Prologo: La scintilla

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view post Posted on 25/6/2010, 15:27
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All Heavens sent to dust

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Luogo: Mega-Mall, Terzo piano.
Modalità: Fuga.


Storia: Tutto era cominciato come una normale giornata di shopping. Niente pensieri sinistri, niente programmi problematici..fino a quando un giovane aveva visto la polizia multare una donna perché la sua bambina dichiarava di aver sognato di volare come un aquilone nel cielo. Il giovane ha cominciato a tirare fuori le idee dell'E.O.L.O. e a insultare i Sette, il che ha attirato l'attenzione degli altri, e anche di altri ufficiali, che stavano intervenendo per arrestarlo. Jonathan Guiled, il ragazzo, tirò fuori la pistola e fece fuoco sulla spalla dell'agente più vicino, e prima che potesse fare qualcosa prese tutti in ostaggio dichiarando il Mega-Mall non-proprietà dei vermi della S.S.S. e dei Sette. Di fronte alla domanda "Chi sei tu?", egli rispose "Sono un patriota, e sono un E.O.L.O."
Questa è la prima dichiarazione ufficiale e pubblica del nome dell'ente terroristico, e questo ha shockato grandemente i compagni, nel frattempo intervenuto per sostenerlo.
Divisi fra l'abbandonarlo e tirare fuori tutti in salvo, ora voi vi trovate al terzo piano del Mega-Mall, assediati dalla polizia che vi intima di lasciare gli ostaggi e venire con le mani in alto. Al momento nessuno sta facendo una mossa, la situazione è in stallo, e toccherà a voi prendere una decisione.

Consiglio: La priorità è la vita, non dimenticatelo mai. Nessun atto di eroismo oggi, vi voglio vedere mangiare la cena quando torno a casa.

Ricompensa: Se riuscite a scappare, otterrete una ricompensa in base alle azioni intraprese nella fuga. Non siate precipitosi, quindi. Ma siate cauti.

Difficoltà: Bassa

 
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Desaparecido
view post Posted on 25/6/2010, 22:25




Jonsi si svegliò particolarmente in tensione quella mattina, aveva dormito molto e, stranamente, non aveva sognato nulla. Si disse che non poteva essere per il cibo, dopotutto seguiva alla lettera le istruzioni per purgarlo dai medicinali e, dopo essersi scervellato per trovare una risposta all'inaspettato problema, decise di andarsene un pò in giro a schiarirsi le idee perché, anche prima della Loro discesa, gli era capitato di dormire e non sognare o, semplicemente, di non ricordare i propri sogni.
Curò il suo corpo concedendosi una prolungata (ed estremamente rilassante) doccia calda, lasciandosi avvolgere dal godurioso bagnoschiuma al miele acquistato poche settimane fa, per poi eliminare la peluria che aveva cominciato a fare la sua comparsa sul suo viso perfetto.
Si vestì con calma, senza affrettarsi inutilmente, indossò dei capi scelti a caso - ma comunque perfettamente armonici tra loro - sistemò le due fondine incrociate e coprì il tutto con una leggera giacca con tanto di cravatta, chiunque avrebbe potuto scambiarlo per un uomo d'affari nel pieno della sua giornata lavorativa mentre invece Jonsi, come tanti, era un semplice disoccupato che, per impiegare un'infruttuosa mattina, aveva pensato di dirigersi al centro commerciale del quartiere Demetra.
Visse un attimo di ansia quando non riuscì a ricordare dove aveva lasciato le chiavi della sua modesta autovettura color canarino di cui, chiamandola ripetutamente "Canarino", aveva dimenticato la marca; ritrovò le bastarde all'interno dell'unico posacenere (inutilizzato) dell'appartamento. Prese quei pochi spiccioli che aveva a disposizione e si avviò alla vettura.
La portiera si aprì cigolando rivelando un ambiente non certo migliore di quello riscontrabile nel suo appartamento, Jonsi sospirò e si domandò quando avrebbe cominciato a cercare di procurarsi un lavoro decente, ponderando attentamente sull'idea di intraprendere una carriera da gigolò. Rise di sé stesso e della sua stupidità e, con mosse da guidatore esperto, fece partire il suo macinino con direzione: Mega-Mail.

~

Il "viaggio" non fu eccessivamente lungo, il tempo di un paio di canzoni sull'unica stazione radio non fatta sparire dai 7. I temi trattati erano sempre quelli e, dopo poco, con un gesto di stizza, Jonsi la spense, preferendo il silenzio alla propaganda politica di Utopia.
Sospirò alla vista dell'enorme parcheggio affollato e, con occhio vigile, tentò di trovare un posto, parcheggio ottenuto, faticosamente, solo dopo tre giri del luogo ed un litigio con un anziano signore dalle dubbie capacità intellettive..
« Stronzo. »
Era il termine giusto.
Una volta uscito dall'auto e chiuso il tutto con sicurezza, si avviò all'interno dell'edificio guardando, con scarso interesse, le vetrine delle enormi (ma tutte uguali) catene di negozi ospitate nel Mail. Decise di andare al terzo piano, da lui definito affettuosamente "il meno peggio del Centro" e, con un movimento rapido, riuscì ad inserirsi nel cubicolo dell'ascensore prima che le porte metalliche, con il solito "click", si richiudessero alle sue spalle. Quando si riaprirono, fu il primo ad uscire eseguendo il medesimo passo che gli aveva permesso di entrare e, a passo lento, si avviò verso il ben noto negozio d'abbigliamento maschile con merce conforme ai suoi elevatissimi standard: economica ed elegante, ma non banale.
« Buongiorno ragazze. » - Salutò affettuosamente le commesse abituate a vederlo gironzolare nel negozio - « Novità? » - Chiese educatamente mentre il suo sguardo fu letteralmente rapito da una giacca talmente bella da poter essere concepita soltanto in sogno. Subito Jenny gli si avvicinò e gli domandò. « Le reggo la giacca mentre se la prova. » - E fece per sfilargli il capo d'abbigliamento rischiando, così, di rivelare le due pistole che portava con sé, allora, da vero gentleman, si voltò e rifiutò educatamente andandosi a chiudere in uno dei vasti camerini del negozio.
Schiamazzi e parole pronunciate a voce troppo alta cominciarono a farsi udire anche lì e tutte le commesse, incuriosite, voltarono il capo per osservare meglio la scena, ma non Jonsi, lui era troppo preso da quel capo d'abbigliamento che avrebbe sicuramente acquistato.. almeno finché non ci fu lo sparo.
Nel panico generale, reso ancora più drammatico dalle urla spaventate dei civili, dagli ordini sputati dalla polizia e dai deliri di onnipotenza del gran testa di cazzo che aveva provocato tutto mettendosi a sparlare dell'E.O.L.O. (da quello che era riuscito a capire, barricato nel negozio).
« Ragazze mie non preoccupatevi, vado a dare un'occhiata alla situazione. Sono sicuro che si risolverà tutto prima di subito. » - Sorrise, un sorriso falso, sapeva benissimo in cuor suo che la faccenda non sarebbe finita tanto presto.
Si sporse ed osservò che la polizia era nel più completo disordine e, si rese conto che sarebbe bastato poco perché avessero cominciato a mettere mano alle armi ed avrebbero trasformato il Mail in vero e proprio Saloon. Anche lui era un E.O.L.O. ma il suo buonsenso gli disse di non rivelare così platealmente la sua identità e quindi, cercando di non farsi vedere dalla polizia, diede un'altra occhiata alla situazione notando che le uscite di sicurezza erano spalancate (forse a causa del fuggi-fuggi e di certo nessuno se ne sarebbe accorto nei prossimi secondi) prima di ritornare dentro al negozio e scoprire, con immenso disappunto, che tutte le commesse - fuorché Jenny, rintanata sotto un tavolo - si erano date alla fuga.
Che cazzo.
« Ehi, seguimi, ti porto fuori di qui. Quello è un pazzo, non si può mai sapere cos'ha in mente! » - Le tese la mano familiare che così tante volte l'aveva pagata, ma la ragazza era ancora terrorizzata. - « Jenny dobbiamo sbrigarci, seguimi e ti assicuro che usciremo da questa gabbia. » - Rincuorata dalle parole dell'uomo, Jenny uscì dal suo nascondiglio e si accinse a seguire Jonsi il quale, con la massima discrezione e silenzio possibile, si avviò verso l'uscita di sicurezza, sperando di non essere visto da nessuno.
Presentarsi come un membro dell'E.O.L.O. e morire come un cane in un centro commerciale non aveva il benché minimo senso, si disse per motivare le sue azioni.


SPOILER (click to view)
Jonsi decide di non mostrarsi in maniera plateale ma, anzi, cerca anche di salvare una commessa e di dirigersi verso l'uscita d'emergenza. Se mi sono preso troppe libertà fammelo presente che edito il post. =)
 
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K-Lillo
view post Posted on 26/6/2010, 17:27




Mi alzai dal letto abbastanza presto quel giorno, come spesso facevo, non ero un dormiglione, preferivo muovermi a rimanere in un letto, mi dava molto l'idea di malato rimanere troppo a letto.
Questa era la domenica di riposo, infatti non c'era la partita, è si, sono uno sportivo, un giocatore di basket, forse l'unica cosa decente che ci hanno lasciato quei 7 infami...

Comunque, siccome il giorno prima mi ero allenato intensamente i muscoli erano rattrappiti decisi di farmi una passeggiata, e quale posto meglio del centro commerciale?

Scesi in strada, la mia casa non era molto lontana e potevo tranquillamente andare a piedi fino al centro commerciale... l'aria era aspra e fresca quella mattina, rilassava la pelle e gonfiava i polmoni, la mente si distendeva come un lenzuolo sul letto, diventava piatta e immobile.
Ben presto arrivai al centro commerciale, era tanto che non ci andavo, infatti mi ero perfino dimenticato dove fosse il negozio di articoli sportivi, così dovetti andare al terzo piano per chiedere informazioni,
Intorno a me vedevo solo facce spente o mascherate con visi solari, contrapposti a cuori di ghiaccio e menti di cemento, impenetrabili fino al midollo...nuovamente una deduzione corretta, mi stupiva la mia capacità di fare un analisi psicologica di una persona così in fretta...
Mi recai gentilmente dalla signorina al bancone delle informazioni, poi con fare innocente:"Scusi, sa per caso dirmi dove si trova il negozio di articoli sportivi??", la signorina stava lavorando al computer, ci mise un attimo per staccarsi dalla macchina e rispondermi, anche se non fece in tempo... infatti appena cercò di rispondermi si sentì un violento sparo, subito saltai dietro al bancone con una mossa agile degna di un atleta provetto, insieme alla signorina mi ero riparato sotto al tavolo per ripararmi da eventuali pallottole vaganti...

Il cervello e il cuore andavano a mille, il cuore per la paura, il cervello per pensare a cosa fare... il tizio che aveva fatto fuoco aveva dichiarato di appartenere all'E.O.L.O, bravo stupido... ci ha sputtanato la copertura, mi dissi... ma non era quello il problema, adesso ero intrappolato sotto a quel banco, circondato da poliziotti e dalla signorina spaventata a morte, di certo non era la migliore delle situazioni per estrarre il fucile dallo zaino...
Il cervello continuava a pensare e ad elaborare strategie, ma non ce ne era una che andasse bene... a ogni soluzione respinta era come se il mio cervello venisse morso da una stretta lacerante, fino a che non riuscivo quasi più a pensare, la mente era oppressa e mi stavo appanicando, lo sguardo era immobile, come si fosse appena morto qualcuno davanti, si erano praticamente morte le mie speranze di riuscire a fare qualcosa di utile.
Dovevo salvare la mia pelle, ma non avrei voluto lasciare li quel tipo, anche se lo meriterebbe, quindi escludiamo di estrarre l'arma; ad un certo punto la soluzione si sposta rapidamente e silenziosamente davanti a me, era un ragazzo insieme ad una commessa, la soluzione sta nel fatto che quel ragazzo lo avevo riconosciuto... aveva partecipato a qualche riunione dell'E.O.L.O, di sicuro da solo non avrei risolto il problema, mi serviva un aiuto; sgattaiolai rapidamente tra un negozio e l'altro, utilizzando manichini e altri oggetti come nascondigli, nessuno mi aveva aiutato tutti troppo concentrati sul quel matto che sparava minacce a destra e a manca; avevo seguito il ragazzo fino all'uscita, poi li mi guardai intorno cercando di capire dove fosse, una volta individuato gli corsi appresso, fino a quando arrivai abbastanza vicino per toccargli la spalla...
 
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†BlackLady†
view post Posted on 27/6/2010, 00:17




Era una giornata uggiosa, una di quelle in cui non vi è nulla da fare. Il caldo, caratteristico del periodo, opprimeva Helena, tanto da spingerla a cercare refrigerio al centro commerciale, dove sicuramente vi era installata l’aria condizionata. In circa mezz’ora di macchina arrivò al Mega-Hall. Per rinfrescarsi un po’, decise di dirigersi verso il bar per bere qualcosa.
Proprio quando era sul punto di assaggiare il tanto desiderato frappé, si scatenò il finimondo. C’era gente che urlava e correva in ogni direzione. Poi il rumore assordante di uno sparo.
Helena, cercando di mantenere il suo sangue freddo, si diresse verso il luogo incriminato, proprio nel momento in cui un ragazzo, al centro della scena, aveva appena dichiarato apertamente di appartenere all’E.O.L.O. e preso in ostaggio uno dei poliziotti.
Dannazione!” imprecò fra sé e sé.
Doveva aiutarlo, era giovane, fin troppo e avrebbe danneggiato l’associazione se non l’avesse aiutato a tirarsi fuori dai guai. Era una mossa azzardata, ma l’istinto era fondamentale.
Sfoderò la pistola dalla fondina ascellare e afferrò uno dei poliziotti a lei più prossimi, avvicinandosi urlando di buttar giù le armi.
Era una situazione spiacevole, è vero. Ma come tante in fin dei conti. Ormai Helena era abituata a far fronte a certe faccende da sbrigare. Quel ragazzo aveva messo la sua vita, quella di Helena e di altre persone a repentaglio. Perché poi? Un colpo di testa che sarebbe costato caro a parecchi. Teneva in ostaggio un agente, puntandogli la pistola alla tempia e strattonandolo di tanto in tanto. Così faceva Helena, con la differenza che la sua Browning era puntata sotto il mento, pronta a spappolare con un sol colpo il cervello di quel poliziotto.

“Terroristi”, ci chiamano. Beh, in un certo senso possono essere giustificati. Non sanno, non possono sapere. Assecondano questo scempio e i capricci di quei sette alieni, ma senza esserne consapevoli. Non sono loro i colpevoli di tutto ciò.

Affrontare tutti quei poliziotti sarebbe stato un vero e proprio suicidio. Maledisse il giovane, per aver cacciato tutti in quella situazione, guardandosi intorno per scovare una via d’uscita. Fece lavorare il cervello velocemente, cercando di elaborare una strategia di fuga. L’unica garanzia che aveva era l’ostaggio. Non avrebbero fatto fuoco, o almeno poteva farsi scudo con il suo corpo. Un’azione infame, ma quando si tratta di sopravvivenza si deve essere disposti a questo e ad altro; Inoltre, il sentimentalismo non era mai stato il suo forte.
Se avesse fatto una corsa verso l’ascensore, forse, si sarebbe salvata. Ma sarebbe stato davvero un caso fortuito trovare immediatamente aperte, come per magia, le porte dell’ascensore, e sicuramente avevano posto degli agenti su tutti e 3 i piani pronti a bloccare i terroristi.
E allora, che fare? Buttarsi dalla finestra era da escludere, ovviamente.
I suoi occhi correvano veloci da una parte all’altra dell’edificio, senza però perdere di vista nessuno dei presenti.
Il riflesso di una vetrina attirò la sua attenzione.
Perché non ci aveva pensato prima? La scala anti incendio era perfetta!
Bisognava però trovare un diversivo. Sollevò lo sguardo. I numerosi lampadari a neon che illuminavano la struttura facevano proprio al caso suo.
Si avvicinò al ragazzo, tanto da permettergli di sentirla parlare sottovoce.
Lascia fare a me. Seguimi, se hai cara la pelle.
Con uno scatto repentino, si allontanò dal giovane, e sparò quattro colpi al soffitto riuscendo a colpire e fare esplodere cinque lampadari.
Corri!” urlò
Schegge di vetro caddero come pioggia unite a pezzi di metallo e simili proprio sugli agenti, dando l’opportunità ai due di girarsi e correre verso la porta antincendio. Così fece Helena che, arrivata di fronte la porta, si fermò a guardarsi alle spalle per vedere se il ragazzo la stava seguendo.
 
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view post Posted on 27/6/2010, 12:54
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All Heavens sent to dust

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I primi movimenti dei terroristi che non stavano tenendo a bada i poliziotti non vennero notati immediatamente.
Tutta l'attenzione era focalizzata sui negozi, cercando di capire in quali di essi vi fossero gli ostaggi, ma i più esperti avevano già rintracciato le telecamere e distrutto sia esse che le registrazioni. Alcuni volti sarebbero stati celati, ma le telecamere della televisione non potevano essere messe a tacere per sempre. Erano come le teste dell'idra, più ne distruggevano più ne spuntavano fra le teste della gente preoccupata che assisteva all'azione della polizia. Era troppo difficile non fare vittime civili, e presto avrebbero dovuto cercare dei travestimenti per evitare di essere riconosciuti quando e se questo assedio fosse finito. La situazione era tutt'altro che in stallo, ora che i mass media si erano ammassati sulla scena.

...Meanwhile...


Guiled era stato nel frattempo distratto da un ragazzo che gli aveva rivolto la parola per avere direzioni, e questo guadagnò loro una raffica di proiettili dei poliziotti che per poco lo mancarono. Si chinò repentinamente sotto una barricata improvvisata, formata da alcuni tavoli del negozio. Sei stupido o vuoi farci uccidere entrambi??? tuonò il ragazzo alla persona che gli aveva toccato le spalle, ferita alla spalla e al braccio. Prima che il tizio, troppo giovane per avere più di sedici anni, potesse replicare o fare altro, una figura femminile si avvicinò al terrorista sconsiderato. La sua voce nelle tenebre del nascondiglio provvisorio sembrò quella di un angelo. Forse lo sembrava perché a confronto delle altre, che urlavano di mirare e sparare, o che urlavano per le ferite, la sua era molto più calma. E portava buone notizie.
CITAZIONE
Lascia fare a me. Seguimi, se hai cara la pelle

La raffica di colpi di pistola dei poliziotti che sparavano da sotto e da sopra venne interrotta da una pioggia di cristalli e dall'improvviso calo di luminosità.
Aspetta, che cosa vuoi..
CITAZIONE
Corri!

Intravide la sagoma della ragazza che correva verso le scale anti-incendio, e comprese. Era una via a cui stranamente non aveva ancora pensato. Accantonò temporaneamente il pensiero e fece appoggiare alla propria spalla il giovane che poco prima era stato ferito. Si fece appoggiare il braccio non ferito attorno al collo e lo sostenne mentre il più velocemente possibile seguivano la ragazza.
Nel momento in cui fu ad un passo dalla pseudo-salvatrice, il motivo per il quale non ci aveva pensato prima gli folgorò il cervello. Ferma, che diavolo stai facendo?? Ci stanno aspettando lì dietro! sussurrò concitato e mimandole di tendere le orecchie per sentirli. Per un attimo non si sentì nulla, ma dopo un attimo fu udibile, lontano come in un sogno, uno starnuto. Proveniva da dietro la porta.

...Meanwhile...


I due terroristi, Leonard e Jonsi, avevano raggiunto la porta d'emergenza, e nel momento in cui il giovane che aveva toccato la maniglia della porta furono perfettamente udibili i passi sulle scale metalliche. Passi pesanti, e rumori di armi altrettanto pesanti che tintinnavano quando urtavano gli scorri mano. Questi passi davano l'impressione che ci fossero minimo cinque persone che si stavano avviando sulle scale.
Dall'altra parte della porta, il comandante della squadra anti-terrorista Cobalt-2 stava ascoltando gli ordini della radio.
<<matrioska chiama Cobalt Alpha, rispondete. Passo.>>
Cobalt Alpha, il nome in codice del comandante, rispose portandosi il microfono delle cuffie alle labbra Ci stiamo infiltrando, Matrioska. Sfondiamo la porta e scateniamo l'inferno su coloro che sono trovati armati. Passo.
<<limitate le vittime, ora che sappiamo chi è il nemico non possiamo permetterci di fare una caccia alle streghe. Passo e chiudo.>>
Limitare? disse ridacchiando Alpha dopo aver chiuso la radio. Non fatemi ridere. All hells break loose down here. Ordini del capitano.
Finì di caricare il fucile d'assalto, con un soddisfacente rumore caratteristico delle armi da fuoco militari quando sono caricate, e continuò ad avviarsi. Fece un cenno brusco ai cinque agenti dietro di lui, rinchiusi come lui in una specie di armatura tecnologica antiproiettili. Tempo un minuto, e avrebbe raggiunto la porta e aperto il fuoco per buttarla giù.

Edited by ~ Föehnn » - 27/6/2010, 15:16
 
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.Cappie
view post Posted on 28/6/2010, 15:06




Mattina, molto presto, saranno state come minimo le dieci e mezza, un orario improponibile per alzarsi dal letto. Ma la vita è dura e bisogna pur raccimolare qualche soldino per comprare il cibo, no? In fondo sarei dovuto uscire di casa, salutare quella stupenda giornata uggiosa e grigia, pensare a un buon piano, metterlo in atto e tornare a casina con il portafoglio nuovamente gonfio di belle banconote fresche, fresche di guadagno.
A volte quando mi sorprendevo a fare questi ragionamenti da povero lavoratore, con un impiego malpagato mi veniva da chiedermi se ci credevo veramente o se era soltanto la forza dell'abitudine. Mistero. In fondo sapevo che in un certo qual modo ero un parassita della società, ma che ci volete fare: la crisi, la politica, il prezzo del pane, l'inflazione della carne... Ognuno si arrangia come può.
Obbiettivo della giornata: il centro commerciale, tanta gente,tanti portafogli, tante vie d'uscita.
Aprii il mio ben modesto guardaroba, anche abbastanza monotono, ma giacca e cravatta erano uno status symbol e poi ero dannatamente figo vestito da dirigente o cose del genere.

Poco dopo



Arrivai al supermercato e mi diressi a colpo sicuro verso il terzo piano: negozi più importanti, prezzi più alti, gente più ricca. Era una semplice equazione matematica il cui risultato mi vedeva sempre con qualche soldo in più e loro qualcosa meno: l'equilibrio.. Bisogna sempre mantenere l'equilibrio.
Arrivato al terzo piano avevo raccimolato quattro portafogli, due orologi d'oro e tre cellulari, per poco anche un computer portatile lasciato incustodito: Carlito sarebbe stato comunque felice di piazzarmi quella roba. Si, Carlito era il mio ricettatore e sfortunatamente non potevo farne a meno visto che dal fruttivendolo difficilmente ti cambiano un cellulare o un orologio per un sacchetto di frutta. Non che abbia mai provato, ma quel poco di buon senso che mi rimaneva mi suggeriva che sarebbe stato così.
Mi diressi al bagno del terzo piano per separare la crusca dall'oro, buttare i portafogli, valutare i cellulari e tenere soltanto quello che valeva la pena: non potevo certo riempirmi delle borse di cianfrusaglie appena sottratte a dei poveri malcapitati, sarebbe stato sospetto. E scomodo.
Fortuna vuole che io debba essere perseguitato dalla sfortuna e da idioti collaboratori dell'EOLO. Ora vorrei proprio sapere perchè un tizio dovrebbe voler mettersi a sparare così senza motivo, senza preparazione, senza supporto e senza un adeguato piano di fuga. O sei imbecille, che probabilmente è l'opzione più corretta, oppure hai deciso di rovinarmi la giornata. Il che implicherebbe che sei un imbecille, ma poi non potrei pormi domande senza senso e... Basta cavillare, mi tocca intervenire e mettere a posto la situazione.
-Perché, io mi domando che ho fatto di male nella mia vita passata, presente o futura, per meritarmi queste sciagure? Ti sto sulle balle? Mi odi?-
Boffonchiai tra me e me mentre riponevo il maltolto nelle tasche della giacca e mi preparavo a fare qualcosa per quel poveraccio e i miei compagni EOLO che sicuramente entreranno inadeguatamente in azione.
Aprii la porta del bagno giusto per trovarmi davanti una guardia: e mo? Come esco dal bagno? Una azione di salvataggio che si rispetti mi obbliga a uscire, oppure... Beh oppure facciamo entrare lui. In fin dei conti che festa è senza invitati?
Mi appostai dietro la porta e iniziai a far rumore, bussare e boffonchiare, abbastanza perchè il bel soldatino venisse a controllare, ma senza dare troppi sospetti in modo che venisse da solo.

Le azioni seguenti si sarebbero svolte nel seguente modo: la guardia serebbe entrata, spavalda e sicura di liberarsi dell'impiccio terrorista per un po'. Io avrei chiuso lentamente e silenziosamente sa porta, tanto nessuno guarda mai dietro le porte. E successivamente un bel colpo con il manico della pistola all'altezza della nuca per mandarlo nel mondo dei sogni. Facile, sicuro e se mi avesse scoperto gli avrei sparato, ero più veloce e pronto a farlo, mentre lui inizialmente sarebbe rimasto sorpreso e non avrebbe certo sparato così bellamente su un civile. Il mio potente silenziatore avrebbe fatto il resto: nessun rumore, nessun sospetto e un vestito nuovo, nuovo da poliziotto per le mie serate di trasgressione con qualche ragazza. Anche se per ora mi sarei limitato a prenderne il posto per salvarmi la pellaccia e magari dare una mano a tutti gli altri.
 
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view post Posted on 5/7/2010, 15:24
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All Heavens sent to dust

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CODICE
Mi dispiace doverla chiudere la quest, ma fra Desaparecido e Lillo che sono scomparsi e l'entrata un po' fuori tempo di Doc (non ricordo il nome del pg, chiedo scusa) il topic è caduto un po' nel chaos. Già Desaparecido, che doveva postare, ha abbandonato di botto il forum..ma vabbè, non penso di dover dare ulteriori spiegazioni. Ho appena detto tutto. Do un epilogo alla discussione nella sezione TV, così da non creare un'inconsistenza con la storia del forum ed eventualmente dei vostri personaggi..o perlomeno ci provo. Stay tuned.
 
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6 replies since 25/6/2010, 15:27   129 views
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